Una penna fra due ali

venerdì 31 dicembre 2010

Auguri di Buon Anno 2011

Cari Amici e Lettori, l'anno nuovo si preannuncia per la neonata Associazione come l'anno della partenza, l'anno dell'avvio, delicato, intenso, impegnativo. Tanti i buoni propositi di promuovere e diffondere l'amore e il rispetto per le Lettere e l'Arte, forte la responsabilità di offrire iniziative e informazioni mirate a sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza della Cultura. Nella pagina "Tesseramento 2011" troverete finalmente tutte le indicazioni per aderire all'idea della "penna fra due ali", intorno al quale si muoverà l'attività associativa. Se nel frattempo volete inviarmi qualche vostro pensiero o raccontarmi della Vostra parentesi di Scrittura e di Lettura, sarò alla mia scrivania per leggerVi e segnalarVi in un'apposita pagina di questo sito e sul mio blog. 
Il mio personale augurio agli amici soci e a coloro che ci seguiranno in questa entusiasmante e, per certi versi, coraggiosa esperienza è che non venga mai meno l'esigenza della mente e del cuore di nutrirsi dei contenuti delle parole, delle pagine di un libro, delle emozioni di una penna che nella faticosa quotidianità ci aiutano a "sorvolare" i contrasti, le difficoltà, le incomprensioni rendendoci uomini migliori, disponibili alla comprensione, al dialogo e alla pace.  Il mio speciale augurio per tutti è una triplice "S" fatta di Salute, Serenità e Scrittura! 

Tiziana Fratini*

lunedì 13 dicembre 2010

Le stagioni della protesta


Durante gli ultimi giorni soleggiati del mese di settembre, mi è capitato di rileggere il testo del seminario XVII che Jacques Lacan tenne alla Facoltà di Diritto dell’Università di Parigi dal dicembre 1969 alla primavera dell’anno successivo.


Debiti e crediti per una coscienza di specie

Un anno prima l’università francese era stata scossa dai venti della protesta, i quali, stando alle testimonianze del cui peso e della cui leggerezza altri ci hanno caricati, continuavano a soffiare con un certo vigore. Tra le conquiste che il movimento studentesco aveva allora strappato al governo Pompidou c’era stata quella dell’istituzione di corsi sperimentali, dove una università critica potesse muovere i primi passi sulle antiche acque del sapere. Presso la località di Vincennes, alle porte della capitale, l’esecutivo aveva prescelto una sede che, non forse a caso, era stata in precedenza adibita ad accogliere uffici della burocrazia militare. Qua Lacan intrattenne una composita folla di centinaia di studenti con quelli che chiamò Quattro improvvisi, nell’intenzione di svilupparvi un discorso in esplicito contrasto con quello svolto alla Facoltà di Diritto. L’Associazione Psicoanaltica Internazionale, di rigida osservanza freudiana, aveva da poco espulso Lacan a causa delle sue tesi eterodosse e, verosimilmente, proprio in ragione di ciò egli aveva trovato occasione di esporle negli ambiti consentiti dall’istituzione universitaria.  A Vincennes la contestazione, memore di egualitarismo giacobino, investì anche le sue lezioni. Incalzato dai contraddittori Lacan tirò in ballo, non è facile stabilire con quale pertinenza, le unità di valore, il sistema di valutazione degli studenti, basato su un punteggio di debiti e crediti, che era entrato da poco in vigore proprio in virtù delle proteste studentesche. Il colloquio a più voci che ne scaturì nell’aula di Vincennes passò attraverso fasi che, a rileggerle, disvelano uno stile ed un senso umoristici: una voce provocatoria si leva per proporre che la lezione si trasformi in un “love-in selvaggio” (evidentemente tali espressioni erano allora in voga), un’altra chiarisce invece che gli studenti dovrebbero uscire dall’università per unirsi, su posizioni rivoluzionarie, ai contadini e ai lavoratori, Lacan ribatte con una riflessione sul posto che l’università occupava nella società sovietica, quella del socialismo reale; in un generale trambusto si lanciano accuse, si azzuffano ancora, faticano a trovare una conclusione che non sia incoerente o incompleta, che li motivi a sospendere la riunione. Il sistema dei debiti e dei crediti li ha intrappolati nelle sue conseguenze, proprio come in un dramma di Beckett o come accade alle immagini impresse su una pellicola di Buñuel.
Il sistema dei debiti e dei crediti, del resto, non suona affatto estraneo al discorso del capitalismo, che Lacan, nell’elaborazione psicanalitica, riconobbe fondato sulle basi di quello che definì discorso del padrone. Traducendo in una forma che ben intuisco possa risultare approssimativa: il padrone mette al lavoro il servo affinché dal saper fare di lui possa estrarre il proprio godimento, da trasformare in una verità da padrone. Anche in ciò non manca dell’umorismo, a giudicare dagli effetti: grandi tours, grandi globalizzazioni, grandi piroette, un gran mordersi di code; la economica miseria del prestigio. Tutto ciò esige il passaggio ad un’altra coscienza, ad un’altra verità, chiede la “sortie de l’usine capitaliste”, l’uscita dall’inabitabile opificio arredato di tutto il suo apparato pedagogico, che riduce gli adulti all’infantilismo e destina i bambini a disilluse precocità.
Un debito di intelligenza, che oggi paghiamo tutti con l’aridità dei cuori e l’angustia delle prospettive, la nostra epoca infingarda lo ha in effetti contratto con quella ormai lontana degli anni ’70. Il fatto che intellettuali che assumessero allora posizioni coraggiosamente critiche delle strutture simboliche e materiali del capitalismo non fossero risparmiati dalla contestazione è, senza dubbio, indice di una vitale pulsione trasformatrice che animava la società e gli individui, non solo di una pur reale inadeguatezza delle coscienze al compito pratico che la situazione storica poneva. Quello di Lacan non fu l’unico caso. Sorte analoga toccò, ad esempio, a Michel Foucault, il quale pure andava sfatando i miti dell’ideologia borghese e del loro decorso storico; chi abbia tempo per sincerarsene legga almeno il breve saggio La volontà di sapere (Feltrinelli, 1978), dove sono illustrate le funzioni di controllo sociale svolte, ben fino al presente, dalla proliferazione dei discorsi sulla sessualità di cui siamo debitori all’epoca dei lumi, al settecento della rivoluzione borghese.


Una valutazione dei danni e delle nocività

Ben umoristica, ben più beffarda di ogni hegeliana astuzia della ragione, è la tardività liberale con cui sistemi di valutazione che erano sperimentati in lontani anni di fermento e di rivolta vengano poi adottati nelle istituzioni scolastiche di paesi più arretrati quali il nostro: a distanza di decine d’anni. Non è che un esempio preso tra tutti i catastrofici ritardi che l’ordine capitalista accumula ovunque nell’affrontare ogni questione che riguardi in profondità le nostre vite, ogni questione strategica, a voler usare il linguaggio tecnico della politica reale, che per nostra fortuna la tradisce. Per loro, per quanti prendono, o non prendono, le decisioni che gravano sulle nostre spalle e le nostre teste, il tempo è garantito dall’accumulazione del capitale: hanno sempre qualcuno da pagare perché perda il proprio tempo in vece loro, cosicché essi possano dedicarsi anima e corpo a custodire ciò che è morto e sepolto, tutto ciò che toccano, come del resto già si faceva ai tempi di re Mida. Simili pensieri potrebbero, quantomeno nella testa di alcuni, rimettere le lancette dell’orologio della storia, rimetterle in una posizione dove la coscienza sia, all’unisono, storica e contemporanea. In ogni istante si tratta di prendere in mano le proprie vite, nel punto in cui si è giunti per andarsene. Mi auguro che tali riflessioni possano iniettare almeno un poco di benefica ansia nell’animo di quanti soggiacciono alle tecniche di manipolazione del tempo e della percezione, delle quali si fa forte l’attuale dominio di ciò che è morto su ciò che vive, a quanti, ad esempio, si perdono nei labirinti dell’attuale politica, quella delle democrazie parlamentari imperialiste, nei quali labirinti si corre, senza accaldarsi poi tanto, da destra a sinistra e da sinistra a destra, per conservarsi immobili nella medesima impotenza.
Alla fine tutto converge, comunque, ad una questione di stile: si vede bene quanto essa non possa essere elusa allorché si debba decidere se la protesta assumerà un carattere violento ovvero pacifico. In ogni caso, non potrà viversi senza pagare un prezzo che valga meno della vita stessa. Così è. Soltanto dopo di noi, in un modo che ancora diversamente sfugge a ciascuno e della cui mancanza soltanto dobbiamo considerarci non già colpevoli ma senza alcun dubbio in difetto, soltanto dopo di noi la rivoluzione può essere compiuta, e le cose staranno, allora, diversamente. Detto in maniera tanto esortativa quanto icastica: responsabilità verso le generazioni future, gli uomini e le donne del futuro. Per non mancare al godimento del nostro amore e della nostra intelligenza presenti, è a loro che non dobbiamo farli venir meno.  Viva l’autunno e viva la primavera; che presto si partecipi tutti, ciascuno secondo i propri bisogni e le proprie possibilità, alle loro nozze.

Giancarlo Micheli

articolo pubblicato sulla rivista Arcipelago (n.52; novembre-dicembre 2010)

giovedì 25 novembre 2010

Mostra di opere grafiche su Pinocchio a Firenze

Nella ricorrenza dell'anniversario della nascita di Carlo Lorenzini (Collodi) (24 novembre 1826) l'Associazione Culturale Pinocchio C.Lorenzini ha allestito in alcuni locali del Quartiere S.Lorenzo di Firenze una mostra di illustrazioni ispirate al personaggio di Pinocchio, con la collaborazione di Andrea Rauch e Valentino Baldacci, autori del volume "Pinocchio e la sua immagine", Giunti 2006, che hanno messo cortesemente a disposizione alcuni pezzi delle loro collezioni. E' stata una piacevole occasione per molti, come per la Parentesi della Scrittura, di poter conoscere i promotori di questa iniziativa e di poter vedere numerose opere grafiche di noti illustratori contemporanei, Enrico Baj, Paolo Favi, Lorenzo Guidotti, Benito Jacovitti, Emanuele Luzzati, Guido Scarabottolo, Roland Topor e lo stesso Andrea Rauch. L'associazione, a cui si deve l'evento, ha tra i suoi principali scopi, oltre allo studio e alla promozione de "Le avventure di Pinocchio" anche la riqualificazione architettonica, sociale ed economica del quartiere fiorentino dove C.Lorenzini è nato, la realizzazione del Museo di Pinocchio e il recupero di botteghe storiche con le arti e i mestieri tipici della cultura artigianale, tutto un patrimonio da tutelare e valorizzare, a cui rivolgere particolare attenzione. Dietro l'idea associativa legata al personaggio di Pinocchio si muove inoltre uno straordinario mondo letterario e illustrativo fatto di creatività e di una delicata ma incisiva comunicazione visiva, rivolta non solo all'infanzia e al mondo dei lettori più piccoli. Mi riferisco a Prìncipi & Prìncipi, con illustratori e autori,  nato come emanazione diretta dello studio di grafica Rauch Design & Signages, che si occupa prevalentemente di proposte relative ai "classici dell'immaginario", quei classici della letteratura capaci di offrire notevoli suggestioni visive ai lettori.
La parentesi della scrittura ha scoperto davvero una biblioteca di piccole meraviglie nell'immenso universo dei Libri e dell'Arte, legati da un particolare e felice connubio, e vi aspetta numerosi alla presentazione del libro di Andrea Rauch e Alessandro Savorelli "Storie Sante", sabato 27 novembre alle ore 18,00 presso La divina Enoteca, Mercato San Lorenzo, Via Panicale, 19/r, Firenze. Il pomeriggio letterario sarà arricchito da una lettura teatrale di Paolo Fiorilli.   


mercoledì 10 novembre 2010

La parentesi della scrittura con la Poesia emergente.

Al CaffèCanova di Firenze, in Via Chiusi 4/3A, martedì 16 novembre alle ore 18,00 la parentesi della scrittura collabora alla presentazione della nuova collana sui poeti emergenti "La luna e gli specchi" della Giulio Perrone Editore. Alla presenza degli autori, di Sandra Cervone curatrice della collana e lei stessa autrice di un volume della serie dal titolo "Di petali la luna", di Paolo Ciampi giornalista e scrittore e di Marco Bari, poeta, seguiranno letture di alcuni brani tratti dalla collana. Il pomeriggio letterario sarà occasione per la neoAssociazione, insieme al quartiere 4 del Comune di Firenze, di presentarsi ufficialmente al mondo letterario cittadino e di uscire dal web per camminare attivamente e nella realtà verso i suoi lettori più affezionati. Vi aspettiamo numerosi dunque a questo nostro incontro sociale, all'insegna del primo volo!